giovedì 13 novembre 2014

Piovra del bosco

Non tutto ciò che scrivo è prezioso. non tutto è prezioso. Preziose sono le luci del prisma lunare. Quanto ancora aspetteremo? Devo. Forzare, e frusto i miei gechi che tirano il carro in rovina, odoroso, dorato. Mi faccio largo con le lucciole mie sirene. Da dove giunge la strada? Quale e come? Da inverni giriamo su noi stessi in questa palude. Un affogo che non si compie e si trascina, le ventose sgusciano dalle rocce e tonfano sulla poltiglia melmosa. Una danza lenta e pietosa, un rito di bozzolo, una schiavista in rovina, affonda in un carro d'oro. Il ritmo è preciso. Assistono dall'alto i rami baldanzosi. Assistono e si accostano, si avvicinano gli uccelli, partecipano al frastuono solenne. Rondini in picchiata sui nostri capi, s'impigliano nella tempesta di riccioli i loro becchi. La pelle è fango e pallore, e segni e ventose. Da qui. Non ci muoviamo.
E schiocca la frusta e trancio ali di mosca che cadono sul gorgo impietoso. Piccole vele vitree, s'apprestano le locuste a tirarle con i rami verso la riva, le raccolgono le formiche in una grande pigna, e da quelle, grazie a quelle, ridanno ali alle cimici, che volano, impazzite, a chiedere aiuto. Oltre il continente,