venerdì 20 gennaio 2012

Hiems

Se io mi scomponessi in miriadi di biglie tonde come pupille e mi rovesciassi in un fuscello allegro, brillo, e toccassi  con la punta il fungo gonfio e argenteo oltre il tuo ombelico. Se da lì mi calassi rendendo ogni mezzanotte delle aurore corpose, saresti mio di nuovo. Testimoni delle aurore, ricami in trionfo, acquistano peso, passo, s'accendono attorno ai polpacci ed esplodono placidi, proprio nella tua bocca, amore mio. Se sapessi volare, vorrei gettarmi in picchiata nel fango e rimanervi per sempre, per non abbandonare il tuo corpo. Ora rischiarano le foglie avvizzite, guarda come brillano nella più lucente estate che è l'inverno. Questo il mio regno, e tanto altro potrei darti, tanto ancora..

Nessun commento:

Posta un commento