domenica 22 aprile 2012

Comunità

Un cunicolo serrato, casa dell'Istrice. Non ti faccio mai visita, tu mi mangi sempre. Cresce una spina contro di me, e piega in germoglio raggiungendo il cuore, parlandomi, mi riempe di pioggia e la capisco anch'io, ora. Siamo un temporale, cara Istrice. Passeggiamo nel sentiero e pungendomi mi avvicini. Più vicina, più vicina. Meravigliosa umanità. Sono abbastanza vicina per capire che l'altro mondo rimane sempre, il nostro.

giovedì 19 aprile 2012

Centrale.
Ritorna e poi sale. 
Museo degli avvenimenti 
caduti in cielo e in terra  
tornati. 
Ora rinati  
nelle menti sparse  
di chi si 
capovolge. 

Gli schizzi delle spade imbrattano il mio prato. Le foglie cigolano ed il tronco non si chiude. Resta scavato, aperto, arido, di una ferita vaginale. Una larva liscia si muta in uccello.

 I frutti del destino si fanno furibondi.

Emmet Gowin - Edith, 1988.