Erano soli cuciti solerti, la gatta sulla mia pancia. Lei morbida io battito, le sere di giugno e poi fiume, non guardo ma vedo, migliaia di cose, sopra di me da dentro di me, non guardo e stupisco e di colpo svanisco, acquisto più forza, assorbo colore, si gonfiano i fiori e cala la brezza, fili d'oro tra i denti, soccorro le ortiche e sciolgo le dita, le unghie le zampe, dolcezza estenuante. Scuro frescore, le gocce sui fiori, verde nascita, sali, e poi fuori..
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