martedì 6 novembre 2012

Storia di un rovo


Non accolgo il tuo odore, lepre d’inverno.
Non so camminare quando respiro, non so creare dalle dita, ma solo inviperirle. Ecco la biglia che corre dal seno ormai scava nella mia terra, crea un percorso rosso che porterà al mio centro. Si fermerà. Graviderà. E bolla e nera rossa tumore mangerà il mio feto. Mi distrugggeil collo questo manto che conduce alle foglie caduce. Delle larve aggrappate alle unghie pian piano mi divorano le dita, dei piedi e delle mani. Non posso più usare gli arti, ritorno arte. Torna la mia profondità. Troppo a lungo ho abbandonato il mio tempio. Spoglio la schiena, riprendetevi la mia spina.

martedì 3 luglio 2012

Il pesce dorato si aggira tra i raggi d'alghe, trafitto e minuscolo, si ingrossa negli zigomi, spinge in ogni branchia, il bronzo di sentieri nelle squame, sempre più aperte, nuota basso appesantito con i pianeti nello stomaco, diventa cieco e poi s'accascia, esplodono i colori nello stagno.

venerdì 8 giugno 2012

E' il sole da tempo perchè non c'è mai stato. Mai alba, ma poco prima. La luce opaca del sole nascosto, le nuvole e la nebbia fittissime e pesanti. Si respirano tutte le parole che pensiamo,e non ne abbiamo. Abbiamo colori, in questa piccola casa, in questo buio magnifico. Dolce gatta, sopra il mio ventre che riposa. Un uccellino chiazzato di bianco, rosso e giallo, osserva tutti e la finestra aspettando il mattino per cantare. Intanto ama. Il cane dorme ancora. I pesci girano tranquilli e guidano il respiro di noi tutti. Quando qualcuno di solo sale, noi ci fermiamo, qualche ora. E poi lo accompagniamo nel giardino, mentre piove, lo diamo alle gocce pesanti di nebbia, e pesanti lo spingono giù, da pozzanghera a terra, da terra a ancor più terra, fino al centro, allo stagno sotterraneo, dove continuerà a girare. Lì nella neve lo fisso a testa in giù, il mio viso ancora immerso, i miei capelli ormai sposati alle alghe. Ora acquista il suo vero colore. Ecco, eri blu.. E continuo ad attendere nel campo di neve Mio unico tepore il coniglio che non posso toccare, che giace sotto il mio ventre. Su, nella casa annebbiata, riprendiamo a vivere il prima dell'alba. Svegli, ognuno dolcemente al suo posto. Il ragno immobile sopra di noi, silenziosamente riprende a sistemare la sua tela, e la volpe si aggira per le gambe del tavolo. La cerva non smette di guardarmi intensamente, ed io lo stesso. La mia sorella più stretta, il mio cuore è il suo. Quando raggiungeremo lo stagno lei sarà li con me. Potrò tuffarmi per intero e nuotare ancora più a fondo.. Ogni sepoltura è uno stagno più profondo.


Erano soli cuciti solerti, la gatta sulla mia pancia. Lei morbida io battito, le sere di giugno e poi fiume, non guardo ma vedo, migliaia di cose, sopra di me da dentro di me, non guardo e stupisco e di colpo svanisco, acquisto più forza, assorbo colore, si gonfiano i fiori e cala la brezza,  fili d'oro tra i denti, soccorro le ortiche e sciolgo le dita, le unghie le zampe, dolcezza estenuante. Scuro frescore, le gocce sui fiori, verde nascita, sali, e poi fuori..

domenica 22 aprile 2012

Comunità

Un cunicolo serrato, casa dell'Istrice. Non ti faccio mai visita, tu mi mangi sempre. Cresce una spina contro di me, e piega in germoglio raggiungendo il cuore, parlandomi, mi riempe di pioggia e la capisco anch'io, ora. Siamo un temporale, cara Istrice. Passeggiamo nel sentiero e pungendomi mi avvicini. Più vicina, più vicina. Meravigliosa umanità. Sono abbastanza vicina per capire che l'altro mondo rimane sempre, il nostro.

giovedì 19 aprile 2012

Centrale.
Ritorna e poi sale. 
Museo degli avvenimenti 
caduti in cielo e in terra  
tornati. 
Ora rinati  
nelle menti sparse  
di chi si 
capovolge. 

Gli schizzi delle spade imbrattano il mio prato. Le foglie cigolano ed il tronco non si chiude. Resta scavato, aperto, arido, di una ferita vaginale. Una larva liscia si muta in uccello.

 I frutti del destino si fanno furibondi.

Emmet Gowin - Edith, 1988.

venerdì 30 marzo 2012

Un luogo per me

Potrò mai proteggere un luogo? Crearlo allargando il torace e farlo sparire subito in ghiaia, che mi cade addosso e rimbalza sul tronco. Fuggiamo, fuggiamo, ci vengono a tradire, piccola slavina che ridente si frantuma nell'aria, siamo tutti qui.. Torniamo, di nuovo, sotto i tuoi piedi rinasciamo, ci vedi? Sì, vi vedo. Rido anch'io. Scivolo al sole dei miei percorsi, mia piccola Islanda, come è morbido il corpo la mattina di primavera. Tenero e tiepido, le orecchie curiose e tanta luce. Io corro in abbraccio ed ho voglia di amarti..
A terra. Quanta ghiaia sotto i piedi.

lunedì 26 marzo 2012

Impero colante

Muri di cera d'avorio, fori di miele, fiori di mele a grappoli dal soffitto, piume colorate volano nelle correnti dei corridoi fino al tuo viso, coprendoti piacevolmente. Cadi disteso, su piastrelle di cuscini, e tutto intorno prima è ampissimo e poi di nuovo si restringe, asma d'organi per tutto il castello. Quanta luce, e non è il sole.

venerdì 23 marzo 2012

E credere all'amore, è come ammalarsi di un respiro, che eterno esala dagli stagni profondissimi, ed emerge in un minerale, che è incastonato nel tuo petto. Ti lego al mio.

De Stael, Nudo sdraiato


lunedì 27 febbraio 2012

Liberaci dal padre


Non siamo a casa. non saremo mai a casa finchè non smetterai di comportarti in quel modo, non si gioca con il vomito. Il vomito si vomita e lo si abbandona. Sì, so che così dicendo ammetto che è qualcosa che è dentro di me.. ma ho votato la mia vita a liberarmene, e questo dovrà rendermi pura. Il non riuscirvi mi renderà insopportabile a me stessa. E ti libererò di me. Ma fino ad allora dovrai essere tu a stare attenta a come ti muovi. Ricorda, sei la mia alleata. Non sopporterei mai un tuo tradimento. Gatta. Non fare la puttana quando ti strusci sul suo polpaccio insulso per un po' di cibo. Muori di fame piuttosto, fai come me, rifiuta. Rifiuto rifiuto e solo rifiuto. Gatta devi fare così o ci ucciderei per salvarci. Dobbiamo andarcene.. lo sai anche tu. Non potrò portarti con me. Nothing's growin' here.. nothing growns here, at all. Okay, allora smetterò di parlarti. Ma tu devi promettermi, giurarmi, di non tradirmi. Il mio cuore è disperato e ha tanta voglia di pensare di non essere nato dall'incontro di una y... ma solo x, x dappertutto, nella terra e nel cielo. Sopportiamo questo peso e rigettiamo la natura fasulla. non ci appartiene, gatta, noi no veniamo da lì. Noi nasciamo dalla Terra, unicamente dalla terra, magnifico fango sui nostri seni, Gatta, magnifiche gocce sulle costole, sulle mie piene d'aria, sulle tue così calde. Siamo nate e subito abbiamo iniziato a correre, ed ecco che ti vedo trasformarti in gatta ed andare via, ed io, vedo i miei piccoli zoccoli e il pelo corto, sento il fiato fiutare dalle nere narici, i miei occhi grandi inglobare tutto il bosco, le mie gambe a rami saltare ogni rovo e arrivare allo stagno.. Come l'ho trovato, il mio stagno nella neve. Avvicinarmi, e non trovare nessuno. D'improvviso un'immensa radura di neve.. sono arrivata, forse? Io cerva non trovo un filo d'erba da mangiare. Ma trovo dell'acqua stagnante. Vi avvicino il muso, e sento due braccia che si aggrappano alle mie narici gelide e mi tirano giù nell'acqua.. Ora la mia testa è là sotto. Il mio corpo esposto all'inverno, vedo la primavera nel fondo del lago. La vedo brillare laggiù.. e la mia condanna è restare lì ad ammirarla. Rimarrò lì finchè non mi accorgerò delle sembianze del mio corpo. Sono qui per trasmutarmi. Sì, mi accorgo delle mie costole che si restringono, della pelliccia bruna che mi abbandona, mi accorgo della pelle fredda che trema, dei piccoli seni a fior dell'acqua, dei miei piedi pesanti e delle mie due sole gambe. Lasciatemi qualcosa. Via la coda, rimane solo la costola per ricordarmi la mia natura. Io piango e lo stagno cresce. Ogni lacrima è una perla luminosa per la primavera che sta sorgendo lì sotto.. ti vedo e ti raggiungo. Io pesce rosso già ho nuotato fra di te, ma non posso staccarmi dal mio corpo infilzato nell'acqua. Mi scioglierò pian piano in tante creature e poi Io sarò lo stagno. Intanto un coniglio siede sul mio pube e mi scalda il ventre, leccando di tanto in tanto. Scavando e scavando arriverò dall'altra parte del collo, dall'altra parte di Me. Resterò qui.Con te coniglio, unico maschio accettabile. Il maschio è salvo se non è padre. Perchè io sarò una Grande Mantide.. che ti schiaccerà la nuca ma che schiferà il tuo odore e sapore. Ti punirò giustamente. E per il padre sarà la fine.

lunedì 6 febbraio 2012

..

mercoledì 1 febbraio 2012

lume di notte

Pace, silenzio, un corpo assopito.
Sei splendida

domenica 29 gennaio 2012

Neve

Ricuce le vie della vita tutta la notte, coprendole di una vasta coltre bianca. Domani, tutto sarà di nuovo come all'inizio, e avremo di nuovo un letto su cui dormire. Giacciono gli occhi e si riapre l'emisfero. Uscite, animali, ora è tutto fermo. Per un giorno meraviglioso saremo silenziosi ed impotenti, assisteremo alla Morte Splendida e berremo acqua vera.

sabato 28 gennaio 2012

Torno dal cielo

Ever falling down, down, down.. ever falling down

venerdì 20 gennaio 2012

Hiems

Se io mi scomponessi in miriadi di biglie tonde come pupille e mi rovesciassi in un fuscello allegro, brillo, e toccassi  con la punta il fungo gonfio e argenteo oltre il tuo ombelico. Se da lì mi calassi rendendo ogni mezzanotte delle aurore corpose, saresti mio di nuovo. Testimoni delle aurore, ricami in trionfo, acquistano peso, passo, s'accendono attorno ai polpacci ed esplodono placidi, proprio nella tua bocca, amore mio. Se sapessi volare, vorrei gettarmi in picchiata nel fango e rimanervi per sempre, per non abbandonare il tuo corpo. Ora rischiarano le foglie avvizzite, guarda come brillano nella più lucente estate che è l'inverno. Questo il mio regno, e tanto altro potrei darti, tanto ancora..

giovedì 19 gennaio 2012

Trentesimo

Lavaggio autogestito, pleniluni.